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di Gianluca Tornese Buonamassa

SINOSSI:
Questo titolo rappresenta allegoricamente il momento di massima frustrazione in cui il giovane d’oggi si trova quando il suo mondo virtuale non risponde alle sue esigenze di stimolo. Ed è ciò che accadrà ai protagonisti quando verranno messi di fronte alla propria verità.
Lui, trent’anni, e Lei, venticinque, sono una coppia di fidanzati che già si sente vecchia e sconfitta. Hanno entrambi un lavoro insoddisfacente, entrambi delle ambizioni soffocate dall’inerzia, dalla pigrizia, dalle scuse. Per loro la vita è una sfida persa in partenza, perché a cambiare le cose non ci hanno nemmeno mai provato. Lei vorrebbe essere una cantante, lui un chitarrista. Ma lei non ha mai studiato canto e lui non ha mai imparato a suonare. L’ambizione senza impegno si rifugia in un amore insano, una gabbia di asocialità e apatia fatta di computer, televisione, cellulari, internet, social, spaghetti a domicilio, abuso di droghe e farmaci. Il sogno di cambiare vita andando all’estero è bloccato dallo spauracchio della burocrazia e dai sentimenti repressi di lui, che sa di non amarla più ma non è in grado di confessarlo, prima di tutto a sè stesso, mentre lei, consumata dall’ansia, è irreversibilmente in preda alla noia. Un allegorico blackout li riporta alla realtà delle cose e ne fa riaffiorare i subconsci: lui confessa la fine del suo amore per lei, dà sfogo ai suoi tormenti descrivendo le proprie pulsioni (auto)distruttive; lei, che non può sentirlo, immagina una vita parallela, una realtà in cui le ambizioni si sono coniugate con le giuste opportunità e il duro lavoro. In questa dimensione è una di quelle celebrità che tanto ammira e invidia su Instagram, mentre lui è una versione estremizzata del proprio opposto, un chitarrista guidato solo dall’istinto e dalle emozioni più fisiche, carnali e passionali.
La verità, però, è che sono così impegnati ad amare loro stessi che non riescono ad amare l’altro, autodistruggendosi, nel sogno come nella realtà. Infine, quando ritorna la corrente, pur consci della loro reale condizione, ricadono velocemente nell’inerzia, nell’autocommiserazione facile, nella procrastinazione perenne.
RECENSIONI:
Puntare su un giovane autore è stata una scelta coraggiosa da parte dell’Istituto e una sfida anche contro la consuetudine che vede di solito le scolaresche assistere a rappresentazioni teatrali di classici all’esterno . In questa occasione è stato “il Teatro a venire a scuola” con i due bravissimi giovani attori Stefano Tornese e Giulia Bernabei che, con la loro frizzante verve recitativa, hanno catturato e mantenuto costante l’attenzione dei ragazzi per tutta la durata dello spettacolo ed oltre durante il breve dibattito che sono soliti far seguire ad esso, riscuotendo un pieno e meritato successo. Non sono una critica teatrale e neanche tecnicamente addentro nel settore, ma posso dire che lo spettacolo mi è molto piaciuto, ha “parlato” nel linguaggio adatto ai “millennials” ed è arrivato dritto nel cuore e nella mente di molti vincendo la sfida che era stata lanciata.
Superlativi. Questo spettacolo ha superato le mie già alte aspettative. Un sunto fresco, ironico e al contempo profondo e perfetto della nostra generazione, del senso di perdizione e solitudine che ci affligge. Introspettivo, illuminante e senza dubbio stimolante. Complimenti infiniti.
TESTO ORIGINALE
Gianluca Tornese Buonamassa
REGIA
Stefano Tornese
CAST
Giulia Bernabei
Stefano Tornese
ANNO DI PRODUZIONE
2018
DURATA
60 minuti